
Pubblichiamo una sintesi della conferenza che il dott. Alberto Pellai ha svolto lo scorso 9 gennaio a Milano sul tema: “Tutto troppo presto: sfide educative per genitori di nativi digitali”. L’evento è stato organizzato da AMA - Associazione Amici di Maria Ausiliatrice.
1. Cosa dicono le neuroscienze sull’età evolutiva.
Il Dott. Pellai ha spiegato che la corteccia cerebrale è organizzata in aree specifiche che regolano funzioni fondamentali, come la memoria, l’empatia, il linguaggio, il pensiero critico e la regolazione delle emozioni. Ognuna di queste aree può essere considerata una “stazione” che necessita di allenamento per svilupparsi. Le “palestre” in cui possiamo far allenare queste funzioni includono:
· Memoria: attività che stimolano memorizzazione, come la lettura, il gioco di società, la musica o l’apprendimento di nuove abilità.
· Empatia: interazioni sociali significative, gioco di ruolo, discussione e riflessione emotiva aiutano i bambini a riconoscere e rispondere alle emozioni altrui.
· Pensiero critico e creativo: la risoluzione di problemi, il gioco simbolico, le attività artistiche o scientifiche sono ottimi allenamenti.
L’età evolutiva è il periodo della vita in cui il cervello possiede una straordinaria neuroplasticità, ovvero la capacità di modellarsi e riorganizzarsi in risposta alle esperienze.
Questo significa che il cervello funziona in modo simile a un muscolo: più lo stimoliamo e lo “alleniamo”, più si rafforza. Questa caratteristica del cervello è massima ai 14 anni periodo della vita in cui il cervello arriva ad avere il peso massimo. La qualità delle esperienze offerte durante l’età evolutiva plasma letteralmente il cervello, costruendo una base solida per la vita adulta.
A 13-14 anni: la funzione emotiva prevale su quella cognitiva.
Durante l’adolescenza, il cervello attraversa una fase di intensa trasformazione. A 13-14 anni, le emozioni giocano un ruolo predominante rispetto alla razionalità. Questo accade perché il sistema limbico (sede delle emozioni, come l’amigdala) si sviluppa più rapidamente rispetto alla corteccia prefrontale, che è responsabile del pensiero logico, della pianificazione e dell’autoregolazione.
Il ruolo di contenimento e indirizzamento.
In questa fase, gli adolescenti possono essere più impulsivi e orientati dalle emozioni, ma allo stesso tempo hanno bisogno di adulti che forniscano un contenimento emotivo (supporto, guida, ascolto) e un indirizzamento (regole chiare, obiettivi e valori da seguire). Questo aiuta il cervello a sviluppare un equilibrio tra emozioni e razionalità, favorendo la maturazione della corteccia prefrontale.
Sviluppo delle reti neuronali dai 14 ai 20 anni.
Tra i 14 e i 20 anni si verifica una crescita significativa del cervello, con un aumento dei neuroni e delle connessioni sinaptiche. Tuttavia, non tutte le connessioni sopravvivono: quelle che non vengono utilizzate regolarmente si perdono, mentre le esperienze frequenti e significative contribuiscono a stabilizzare e rafforzare le reti neuronali.
Fare esperienze che fissano le reti neuronali.
Le esperienze vissute in questa fascia di età sono cruciali per la costruzione di reti neuronali durature. Le attività che favoriscono questo processo includono:
· Attività fisiche: lo sport stimola la coordinazione motoria e il benessere emotivo.
· Attività intellettive: lo studio, la lettura e il confronto di idee favoriscono il pensiero critico e la creatività.
· Esperienze sociali: amicizie profonde, dialoghi con gli adulti di riferimento e partecipazione a gruppi aiutano a sviluppare l’empatia e la regolazione emotiva.
· Sfide e obiettivi: affrontare difficoltà in modo positivo aiuta a costruire e a rafforzare la capacità di affrontare il futuro.
2. Gli effetti del digitale sui ragazzi e possibili rischi.
Lo smartphone non è semplicemente un dispositivo tecnologico; rappresenta un “ambiente di ambienti”. È un luogo virtuale ricco di stimoli che si intrecciano con i bisogni emotivi e cognitivi dei ragazzi. In questa prospettiva, lo smartphone può essere paragonato al “Paese dei Balocchi” o a Gardaland, dove il piacere immediato e la gratificazione sembrano essere sempre a portata di mano.
Perché i ragazzi scelgono lo smartphone.
Tra i 10 e i 14 anni, il cervello degli adolescenti è dominato dalla funzione emotiva, mentre quella cognitiva, più razionale, non è ancora pienamente sviluppata. Questo porta i ragazzi a scegliere quasi istintivamente ciò che dà loro il massimo piacere nell’immediato: lo smartphone. La sua capacità di offrire gratificazione spontanea si basa su meccanismi neurologici, in particolare sulla stimolazione del sistema dopaminergico.
Il ruolo della dopamina.
Ogni notifica, like o messaggio ricevuto genera una scarica di dopamina, il neurotrasmettitore associato al piacere e alla ricompensa. Questo effetto crea un circolo di gratificazione immediata, con il rischio di una vera e propria dipendenza comportamentale. La dipendenza digitale si manifesta come un bisogno compulsivo di interagire con lo smartphone, spesso a scapito delle esperienze della vita reale.
L’utilizzo dello smartphone e delle piattaforme online da parte dei giovani presenta due principali tipi di rischi:
· Rischio quantitativo: la dipendenza digitale.
L’uso eccessivo dello smartphone crea una dipendenza comportamentale che altera la percezione della realtà. I ragazzi, abituati alla gratificazione immediata, trovano la vita reale noiosa e poco stimolante. Un semplice giro in bicicletta o una conversazione faccia a faccia perdono fascino, perché non offrono la stessa intensità di stimoli dopaminergici. Questo porta a una disconnessione emotiva e relazionale con il mondo reale.
· Rischio qualitativo: l’esposizione e l’isolamento sociale.
L’ambiente online manca di una cornice di sicurezza e protezione. I ragazzi sono spesso esposti a contenuti non adatti alla loro età, che non rispettano le fasi naturali del loro sviluppo. Inoltre, l’interazione online tende a sostituire il confronto diretto, impedendo ai giovani di imparare a dialogare e relazionarsi nel mondo reale. Questa iper-esposizione può influire in modo critico su ambiti delicati come:
- La sessualità: in età preadolescenziale, la sessualità dovrebbe crescere gradualmente attraverso la fantasia e l’immaginazione, in un contesto protetto e rispettoso delle fasi di sviluppo. L’esposizione precoce a contenuti espliciti o inappropriati può distorcere la percezione della sessualità e ostacolare una maturazione sana.
- La capacità di apprendimento: l’uso eccessivo dello smartphone influisce negativamente sull’apprendimento scolastico, poiché riduce la capacità di concentrazione e la predisposizione a impegnarsi in attività cognitive più complesse.
3. Cosa possiamo fare come genitori e come comunità.
In molti paesi, come Norvegia, Svezia, Australia e Albania, sono state introdotte leggi per limitare l’uso dello smartphone tra i giovani minori di 16 anni.
Agire a livello istituzionale
Per proteggere i giovani da questi rischi, è importante stabilire limiti e regole chiare:
· Primo smartphone a 14 anni: Questo limite permette al cervello di sviluppare una base cognitiva ed emotiva più solida prima di essere esposto alla complessità dell’ambiente digitale.
· Accesso ai social media a 16 anni: I social network rappresentano un contesto molto complesso e richiedono una maturità emotiva e cognitiva per essere utilizzati in modo responsabile.
I genitori devono essere modelli di riferimento per i propri figli. I ragazzi non apprendono solo dalle regole esplicite, ma soprattutto osservando i comportamenti degli adulti.
Stabilire poche regole, ma rispettarle con fermezza e coerenza.
L’eccesso di regole genera confusione, ma la mancanza di limiti è altrettanto pericolosa. In tema di smartphone e tecnologia, alcune regole essenziali possono includere:
· Orari precisi per l’uso dello smartphone: ad esempio, nessuno smartphone prima di colazione o dopo una certa ora di sera.
· Aree “smartphone-free” in casa: per esempio, niente smartphone a tavola, durante i pasti o nella camera da letto. La camera da letto dovrebbe essere una zona libera da dispositivi, per favorire il sonno e la disconnessione.
· Smartphone free a scuola: la scuola deve restare uno spazio dedicato all’apprendimento e alla socialità diretta, senza la distrazione degli smartphone. Questo permette ai ragazzi di sviluppare competenze sociali ed emotive fondamentali, evitando l’isolamento digitale.
Queste regole non devono essere imposte con rigidità, ma spiegate come strumenti per il loro benessere e la loro crescita. I ragazzi devono capire il “perché” di ogni regola per poterla interiorizzare e rispettare.
Il Dott. Pellai sottolinea l’importanza di creare una rete di alleanze educative tra i genitori.
I patti digitali sono accordi presi all’interno di gruppi di genitori per stabilire regole condivise sull’uso dello smartphone e della tecnologia.
I vantaggi dei patti digitali:
- Regole comuni: Se i genitori di una classe o di un gruppo sociale stabiliscono che i ragazzi non avranno accesso a social media o smartphone prima di una certa età, il rischio di sentirsi “esclusi” viene minimizzato.
- Supporto reciproco: i genitori si aiutano a mantenere una coerenza educativa, evitando conflitti o pressioni tra pari che spesso nascono quando le regole sono diverse tra le famiglie.
- Promozione del benessere: questi accordi facilitano un approccio più sano alla tecnologia, incoraggiando esperienze reali come il gioco all’aperto, le relazioni dirette e la socializzazione.